sabato 18 ottobre 2008

Le associazioni sindacali della docenza universitaria si mobilitano


Le Associazioni Sindacali della docenza universitaria rivolgono un appello a tutti i docenti universitari per contrastare la manovra del Governo, unendo nella lotta tutte le componenti universitarie per arrivare entro il mese di ottobre a promuovere una grande manifestazione nazionale.
Roma, 6 ottobre 2008

ADI, ADU, ANDU, APU, CISAL Universit�, CNRU, CNU, CISL Universit�FLC CGIL, RNRP, SUN, UDU, UIL P.A.-U.R.AFAM
A tutti i Docenti delle Universit� italiane
Il sistema universitario � oggetto di provvedimenti che rischiano di cancellare l�Universit� che abbiamo conosciuto. Il D.L. 112/08 � stato convertito in legge (n. 133/08), ed � dunque pienamente operativo, confermando i contenuti sui quali abbiamo gi� a luglio espresso un giudizio durissimo e avviato prime iniziative di informazione e di contrasto. Ne ricordiamo punti salienti:
limitazione al 20% del turn-over, per gli anni 2009-2011 e al 50% per l�anno 2012 del personale docente e tecnico-amministrativo, dopo due anni di blocco dei concorsi;
ulteriori drammatici tagli al Fondo di Finanziamento ordinario, che viene decurtato di circa il 25% in termini reali entro il 2012; (ma per quest�anno il finanziamento dei PRIN scende da 160 a 98 milioni di euro)
la possibilit� di trasformazione degli Atenei in Fondazioni private, con la privatizzazione dei rapporti di lavoro, il conferimento dei beni dell�Universit� al nuovo soggetto privato e l�indeterminatezza degli organi di gestione degli Atenei la cui composizione e funzione non viene per nulla chiarita;
il taglio delle retribuzioni del personale.
Tali provvedimenti vanno ben oltre la congiuntura e una pura manovra di risparmio, ma determinano invece uno scenario in cui sparisce l�Universit� italiana come sistema nazionale tutelato dalla Costituzione, in cui il ruolo pubblico � elemento decisivo di garanzia per la libert� di ricerca e d�insegnamento e degli interessi generali del paese.
Insieme con gli studenti, i primi danneggiati sono i giovani studiosi: il blocco del turn-over, riducendo drasticamente il numero dei docenti in ruolo a fronte delle uscite per pensionamento gi� note, impedir� il ricambio generazionale, aggravando il problema gi� insopportabile del precariato, e chiudendo le porte dell�Universit� ad intere generazioni. Ma � l�intero sistema che si ripiega su se stesso, negando ai docenti le opportunit� di ricerca e di didattica di qualit�, appaltando al privato le scelte fondamentali (un privato che, giova ricordarlo, � tra gli ultimi al mondo per finanziamento della ricerca). Chi presidier� le aree pi� delicate e meno immediatamente redditizie della ricerca? Si vuole importare un modello che mutua, dal mondo anglosassone, gli aspetti di disuguaglianza sociale, di sistema di poche Universit� di eccellenza, di riduzione di diritti ed opportunit�, mentre non esistono neppure lontanamente le condizioni per mutuarne gli aspetti di alta produttivit� scientifica. E a fronte di una riduzione del 25% dei finanziamenti, anche le Universit� che oggi si autodefiniscono �virtuose� saranno trascinate nel gorgo dello squilibrio finanziario strutturale, strette nella forbice dei costi crescenti e della riduzione delle entrate.
Noi crediamo fermamente che occorra mobilitarsi da subito in modo forte e convinto per chiedere la cancellazione dei provvedimenti ed arrestare una deriva che si annuncia completa su tutti gli aspetti del funzionamento dell�Universit�. Non sfugge a nessuno che all�orizzonte si profilano nuovi interventi tra cui, verosimilmente, la revisione dello stato giuridico e l�abolizione del valore legale del titolo di studio. Il nostro giudizio negativo � fortemente ancorato ad elementi di merito.
Conosciamo bene le tante falle e difetti del sistema universitario, e certo non intendiamo difendere l�esistente; ma � proprio dai difetti che occorre partire, in modo non ideologico, come abbiamo costantemente fatto: affrontare i nodi del merito e della valutazione, della qualit� dell�offerta didattica e di ricerca, del reclutamento dei giovani e della carriera, e correlatamente del precariato, dei meccanismi di finanziamento, del diritto allo studio, del dottorato, di un rapporto aperto e trasparente tra Universit� e societ�. E discuterne con la comunit� universitaria: fino ad oggi le decisioni adottate sono state prese in modo del tutto unilaterale, al di fuori di qualsiasi confronto.
Noi non intendiamo accettare questo stato di cose: vi chiediamo, individualmente e collettivamente di mobilitarvi, ed in questo senso vi proponiamo un percorso che unifichi ed estenda a tutte le componenti dell�Universit� le tante iniziative sorte in queste settimane. Nel mese di ottobre occorre produrre iniziative di informazione e socializzazione in tutti gli Atenei, in forma di assemblee e momenti di discussione. Ancora troppi non hanno compreso la portata devastante dei provvedimenti, o confidano in un �io speriamo che me la cavo�. Non sar� cos�: chiunque operi nell�Universit� sar� esposto a cambiamenti radicali delle sue condizioni di vita, di lavoro e di reddito.
Vi chiediamo di proseguire con la moltiplicazione delle prese di posizione in tutti gli organi accademici e di farcele pervenire in modo da pubblicizzarle sui nostri siti e da diffonderle ulteriormente.Vi chiediamo di riprendere la positiva esperienza delle �lezioni in piazza�: dobbiamo parlare alla cittadinanza, spiegare che questi provvedimenti non sono un problema dell�Universit�, ma disegnano un modello che riduce diritti e opportunit� sociali, facendo del reddito il solo discrimine tra chi pu� e chi non pu�; un modello che divide sempre pi� il Paese tra poveri e ricchi.Vi chiediamo di rifiutare ogni prestazione non dovuta e attenersi strettamente ai compiti istituzionali; di utilizzare parte delle lezioni per spiegare e condividere le ragioni della nostra opposizione.
Per parte nostra parleremo a tutti gli attori istituzionali interessati, CRUI e CUN, per sollecitare condivisione e prese di posizione. Studieremo anche forme di comunicazione che ci portino a contatto del pi� grande numero possibile di persone, a partire dalle famiglie degli studenti universitari e dalle associazioni dei genitori degli studenti medi, i possibili universitari del futuro, poich� ci � chiaro, come gi� detto, che queste posizioni abbisognano del pi� vasto sostegno degli utenti e dell�opinione pubblica.
Riteniamo necessario che questa fase di mobilitazione sfoci in una manifestazione nazionale, indicativamente a fine ottobre, nella quale tirare le fila delle azioni intraprese e accrescere la pressione sul Governo.
Ognuno di noi in questa difficile fase � chiamato ad una responsabilit� individuale che non pu� essere ignorata o delegata. Fate circolare questo messaggio, discutetene con i colleghi che non l�hanno ricevuto, diffondetelo nelle Facolt� e nei Dipartimenti. Questa volta ci battiamo per la sopravvivenza stessa dell�istituzione in cui crediamo.
ottobre 2008

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