lunedì 30 giugno 2008

SICUREZZA NUOVO REGOLAMENTO POLIZIA MUNICIPALE FIRENZE

SE NE PARLA OGGI 30 giugno 2008 alle ore 21
presso la scuola Lorenzo Dé Medici via Faenza 43 piano terra

incontro aperto alla cittadinanza sui temi

Sicurezza
Nuovo Regolamento di Polizia Municipale di Firenze

interviene l’assessore
Graziano Cioni

organizzato dal coordinamento circolo 2 oriella ferrini

domenica 29 giugno 2008

...ancora sui Comitati del Prof.A.R. 'Andata e Ritorno'...mentre il PD si organizza in Toscana


Ieri, 28 giugno, per Firenze si è presentata una giornata piuttosto ‘particolare’ perché da una parte si è svolto il Congresso Regionale del PD per l’approvazione degli organi direttivi, nonchè del primo Statuto Regionale del PD a livello nazionale, e da un’altra parte il Congresso dei Comitati per il paesaggio (definiti il 18 luglio 2007 dallo stesso Prof. A.R. – Andata e Ritorno – come quelli del ‘fai da te’ o del ‘cortile accanto’, qualcun altro li ha definiti ‘del no’ e sono d’accordo); due situazioni contrapposte: l’una per responsabilità di guida politica della Regione e l’altra contro la stessa per principio come eccellenza.
Devo aggiungere che la giornata era anche ‘particolare’ perché ha visto la partecipazione del Prof. S.Settis, relatore delle modifiche recenti al ‘Codice dei beni culturali e del paesaggio’, in una prima (?) partecipazione pubblica (sempre dopo le modifiche del ‘Codice’) proprio in merito alle problematiche paesaggistiche e guarda caso proprio con i Comitati del Prof. ‘Andata e Ritorno’.

- In merito alle modifiche apportate al ‘Codice dei beni culturali e del paesaggio’ dal Prof. S.Settis non posso dire altro che si tratta di ‘un’occasione persa’, con assenza (con segno tangibile) di recepimento della ‘Convenzione Europea del Paesaggio’, permeata di una visione ‘vecchia’ legata alla L. 1497/39 e i ‘beni paesaggistici’ e con scarsa attenzione versi i 'paesaggi', quindi un'occasione forzata di allontanamento dall’Europa (essere uno storico o letterato non vuol dire essere adatto anche a legiferare da tecnico).
I Comitati accusano la Regione Toscana (oltre che di tutto) di scarso controllo verso l'operato dei Comuni (eppure lo stesso Settis prevede che i Comuni possano essere anche capaci di gestire i 'paesaggi') e l’ambiente, come se i Piani e Programmi regionali di settore ambientale (forestale, agricolo, rurale, dell’aria, energetico, del mare, delle aree protette, ecc…) fossero favole o non esistessero, come pure il principio di sussidiarietà sparisce e non esiste per i Comitati - forse perchè c’è da parte loro una chiusura preconcetta e un rifiuto stabilito ad informarsi sulle politiche del territorio. Del loro ‘patron-guru', il Prof. ‘Andata e Ritorno’, ne sono tutti entusiasti e forse anche preoccupati per il suo stato psicofisico, come lo furono i suoi avvocati quando scoppiò la ‘bomba Monticchiello’ (approvata due volte al tempo dallo stesso Prof. ‘Andata e Ritorno’) e intentarono la difesa contro la ‘Iniziative Toscane’ affermando che ‘…le condizioni di salute psicofisica del Prof. Asor Rosa non potranno continuare a beneficiare della realtà in cui si era calato…’ (che tradotto voleva dire che nel suo casale non avrebbe più potuto vivere come prima, una dichiarazione a suo tempo veramente improntata alla difesa del paesaggio visto dalle sue finestre, direi…poverino), per cui si può definire un S. Sebastiano del ‘suo’ territorio.

I Comitati devono essere formati da presenze ‘particolari’ perché:
- pur sforzandomi non riesco a capacitarmi di come abbiano potuto raggiungere il luogo di incontro se con mezzi di trasporto contemporanei propri o pubblici, comunque fruendo di strade asfaltate, ferrate, aeree o se hanno lo strano potere del ‘teletrasporto’,
- si definiscono fuori da ogni riferimento partitico e trasversali, però ci tengono a dire che all'interno sono presenti tutte le forze politiche da destra a sinistra e da sinistra a destra,
- sembra che non comprendano che lo ‘stato attuale’ del territorio non è altro che la risultante di politiche e azioni sul territorio determinate da esigenze di sviluppo e miglioramento di vita sommatesi nei secoli.

- le case coloniche non erano certo posizionate per motivi 'pittoreschi o paesaggistici' e se sono sparse sul territorio era per il sistema economico mezzadrile, di certo non per altri motivi.
- noi possiamo godere della bellezza della Maremma perchè è stata bonificata dalle paludi (uno stravolgimento della situazione 'naturale' e paesaggistica) per esigenze socio-economiche.

- per spingermi oltre vorrei capire come non si possa comprendere che molti isolati del centro storico di Firenze (dove già nel '500 vigeva un regolamento edilizio) non siano altro che risultanze (arrivate ai nostri giorni) di abusivismo edilizio dettate da superfetazioni, vi sono casi in cui a malapena ai piani bassi nelle chiostre interne arrivi la luce per quanto sono ravvicinate le pareti.

- molte opere architettoniche antiche, ad esempio ponti o acquedotti ed anche borghi, sono segni talmente forti e prevalenti sul paesaggio 'naturale' che oggi sarebbe quasi impensabile realizzarli (dovrebbero passare al vaglio di varie valutazioni).

- il Prof. 'Andata e Ritorno' non vorrà venirci a raccontare che la 'sua' Monticchiello e il suo casale siano sorti alle origini dei tempi, tutto contemporaneamente, e che non è vero che siano altro che il risultato della 'vita' degli abitanti del luogo? che il borgo non dia luogo a letture di espansioni nel tempo? che dove sorge il casale di sua proprietà prima non c'era la terra libera da costruzioni e che la strada per raggiungerlo sia un illusione ottica?

Se vogliamo parlare di 'qualità architettonica' sono d'accordo, troppi geometri operano su un territorio 'sensibile' e sono proprio loro quelli a cui si affidano le varie imprese costruttrici in Toscana - a Monticchiello il progetto delle villette approvato due volte dal Prof. 'Andata e Ritorno' è stato redatto dai geometri.

Non ho avuto la possibilità di partecipare di persona al convegno dei Comitati senza non per questo aver preso visione dei primi documenti presentati sul loro sito e altri. Di tutte le letture e aggiornamenti riguardante l’incontro di ieri credo che la migliore analisi ‘lucida e onesta’ (com’è nel suo stile) l’abbia data il Prof. M.Morisi attraverso le pagine de ‘La Repubblica’, di oggi, con l’articolo ‘Toscana Sapiens’, di cui invito alla lettura e che sarà mia cura poterlo proporre all’interno del nostro blog.

Termino con alcune parole del Prof. Romano Viviani: ‘Non esiste l’urbanistica buona, esistono i buoni amministratori’.

- strano destino di due uomini che hanno vissuto le stesse stagioni: R.Viviani ci lascia attraverso i suoi scritti e le sue azioni un bel ricordo di 'riflessioni volte al bene del prossimo che vive il teritorio', A. Rosa crea e ci lascia 'dubbi, divisioni e incertezze' per il suo operato egoistico e anacronistico.

bruno la mela

venerdì 27 giugno 2008

Sabato 28 giugno
Palacongressi Piazza Adua Firenze
II Assembrea Costituente Regionale del PD della Toscana
ore 9-15
Vieni e partecipa!

domenica 22 giugno 2008

Un passo avanti e uno indietro...


Riporto volentieri l'intervista pubblicata sul Corriere della Sera di oggi, 22 giugno, attraverso la quale trapela chiaramente come per un alto esponente della Città del Vaticano la Carta Costituzionale dell'Italia non abbia alcun valore e ci si celi dietro le parole 'bene comune' - con i toni più melliflui si entra a gamba tesa nella vita politica di un altro Stato (se così non fosse si sentirebbe il bisogno di astenersi dal commentare), arrivando a dire anche cosa dovrebbe fare la magistratura (il valore delle leggi e della Costituzione possono divenire risibili al loro cospetto).
Non voglio dire molto, perchè mi ha molto disturbato questo signore che ricordo a una puntata di 'Porta a porta' rivolgersi a Pannella con tono derisorio e saccente (la vera rappresentazione dello spirito clericale al 'potere', pronti a giustificarsi riconducendo sempre per loro alla 'debolezza dell'uomo') dicendogli 'tanto noi non abbiamo bisogno di fare digiuni per andare in televisione' scatenando giustamente le ire del Pannella stesso che non si frenò con la lingua, come anche ricordo la sua partecipazione in qualità di sponsor (celebrandone anche il matrimonio) al processo di marketing-televisivo per la conversione di Cristiano Magdi Allam.
Da non dimenticare anche le richieste del Papa al premier-mago in merito all'ottenimento di più fondi anche per le scuole cattoliche private (altra riprova di come la Carta Costituzionale non abbia valore per i rappresentanti dello Stato della Città del Vaticano).
ecc, ecc... tanto poi è l'Italia che versa direttamente e indirettamente a questi signori la cifra di appena 4 miliardi di euro l'anno.

Il PD se volesse essere un partito europeo dovrebbe avere il coraggio di denunciare queste mancanze, ma se lo facesse: apriti cielo........sarebbe il partito anticattolico contro la Chiesa, che favorisce i Mussulmani, ecc, ecc... e che vorrebbe portare l'italia alla deriva di Zapatero....



Fisichella: le toghe siano responsabili



ROMA—«Mi auguro che sia solo un temporale di prima estate, ma certo siamo entrati in una fase di turbolenza che potrebbe diventare permanente. Perché se ne esca è necessario che tutti facciano la loro parte, compiendo un passo in avanti nell'assunzione di responsabilità per il bene del paese: la maggioranza e l'opposizione ma anche la magistratura»: è il commento dell' arcivescovo Rino Fisichella, cappellano di Montecitorio e presidente della Pontificia Accademia per la vita.

Che succede eccellenza? Lei crede che siamo tornati al clima dello scontro elettorale?
«Mi auguro di no. Quello che noto è un rapido accrescimento della tentazione di abbandonare quel rispetto e quel riconoscimento reciproco che gli schieramenti si erano tributati all' indomani del voto e che avevano retto fino a questa tempesta. Cedere a quella tentazione sarebbe indice di miopia perché è proprio del politico lungimirante cogliere il sentire popolare e non c'è dubbio che il nostro popolo chieda il confronto e il dialogo, dopo tanti anni di scontro ».

Da che cosa si vede quella richiesta?
«Dal responso elettorale che ha dato un così chiaro mandato a governare, determinando una vasta maggioranza e ha semplificato il quadro della rappresentanza, penalizzando le posizioni ideologiche e quelle tendenti al conflitto permanente ».

Detta così sembra che lei punti il dito contro l'opposizione...
«Non voglio dire che è colpa dell'opposizione, responsabilità ci saranno in ambedue gli schieramenti, ma certamente mi è parsa troppo forte la dichiarazione che "non si può più fare dialogo", perché io sono convinto che il dialogo lo si deve fare sempre e da parte di tutti. E' una patologia italiana quella di ritenere che l'opposizione ogni volta debba affermare il contrario rispetto a quello che dice di chi governa. Il dialogo è lo strumento principe della mediazione politica e va perseguito in ogni circostanza, non solo in una particolare fase di assestamento o di debolezza».

Se responsabilità ci sono da ogni parte, vorrà dire che la colpa della turbolenza sarà sia della maggioranza, sia dell'opposizione...
«O forse anche di un terzo».

Lei allude alla magistratura?
«Credo che ognuno — magistratura compresa — debba fare un passo in avanti nell'assunzione di responsabilità per il bene comune».

Nel caso della magistratura lei vorrà dire che debba fare un passo indietro...
«Se dico un passo indietro sembra che io voglia indicare una colpa. Indico invece un impegno in positivo, che non può non riguardare tutti, teso a rendere meno acuta la conflittualità e a ridurla con appropriate riforme».

Berlusconi ha detto che non intende approfittare della cosiddetta norma «salva premier » per sottrarsi al processo che l'attende: lei ritiene che questa dichiarazione favorisca la ripresa del dialogo?
«Non voglio entrare nei dettagli del confronto quotidiano, ma è ovvio che le occasioni di cui approfittare per il recupero del dialogo non mancano. Nelle ultime settimane più volte i parlamentari hanno mostrato capacità e prontezza nel coglierle, ogni volta che si profilava il rischio di una rottura. Io sono ottimista sulle possibilità della ripresa, se c'è la volontà di coglierle».

Se la turbolenza si consolidasse, lei come vedrebbe il nostro futuro?
«Con forte preoccupazione. Un paese democratico non può vivere in un conflitto permanente che coinvolge le istituzioni. Siamo bel oltre infatti rispetto al legittimo conflitto politico. Quando le situazioni conflittuali tra le istituzioni divengono croniche esse inevitabilmente si riversano nel tessuto sociale e coinvolgono l'intero paese. Insomma, fanno scuola e questa scuola è pessima».

La scuola clericale, di conflitto nelle istituzioni, invece ha fatto dei danni incredibili nella società italiana, ma non potranno mai ammetterlo.
Nessuno del PD commenta?

Hannibal Lecter?

Ricordate il film 'Il silenzio degli innocenti' e il temibile Hannibal Lecter?
E' lui, è tornato nella realtà.

martedì 17 giugno 2008

...menomale che Silvio c'è...


La lettera a Schifani


Il testo della lettera inviata lunedì dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al presidente del Senato Renato Schifani:

«Caro Presidente,
come Le è noto stamane i relatori senatori Berselli e Vizzini, hanno presentato al cosiddetto decreto sicurezza un emendamento volto a stabilire criteri di priorità per la trattazione dei processi più urgenti e che destano particolare allarme sociale.
In tale emendamento si statuisce la assoluta necessità di offrire priorità di trattazione da parte dell'Autorità Giudiziaria ai reati più recenti, anche in relazione alle modifiche operate in tema di giudizio direttissimo e di giudizio immediato.
Questa sospensione di un anno consentirà alla magistratura di occuparsi dei reati più urgenti e nel frattempo al governo e al Parlamento di porre in essere le riforme strutturali necessarie per imprimere una effettiva accelerazione dei processi penali, pur nel pieno rispetto delle garanzie costituzionali.
I miei legali mi hanno informato che tale previsione normativa sarebbe applicabile ad uno fra i molti fantasiosi processi che magistrati di estrema sinistra hanno intentato contro di me per fini di lotta politica.
Ho quindi preso visione della situazione processuale ed ho potuto constatare che si tratta dell'ennesimo stupefacente tentativo di un sostituto procuratore milanese di utilizzare la giustizia a fini mediatici e politici, in ciò supportato da un Tribunale anch'esso politicizzato e supinamente adagiato sulla tesi accusatoria.
Proprio oggi, infatti, mi è stato reso noto, e ciò sarà oggetto di una mia immediata dichiarazione di ricusazione, che la presidente di tale collegio ha ripetutamente e pubblicamente assunto posizioni di netto e violento contrasto con il governo che ho avuto l'onore di guidare dal 2001 al 2006, accusandomi espressamente e per iscritto di aver determinato atti legislativi a me favorevoli, che fra l'altro oggi si troverebbe a poter disapplicare.
Quindi, ancora una volta, secondo l'opposizione l'emendamento presentato dai due relatori, che è un provvedimento di legge a favore di tutta la collettività e che consentirà di offrire ai cittadini una risposta forte per i reati più gravi e più recenti, non dovrebbe essere approvato solo perché si applicherebbe anche ad un processo nel quale sono ingiustamente e incredibilmente coinvolto.
Questa è davvero una situazione che non ha eguali nel mondo occidentale.
Sono quindi assolutamente convinto, dopo essere stato aggredito con infiniti processi e migliaia di udienze che mi hanno gravato di enormi costi umani ed economici, che sia indispensabile introdurre anche nel nostro Paese quella norma di civiltà giuridica e di equilibrato assetto dei poteri che tutela le alte cariche dello Stato e degli organi costituzionali, sospendendo i processi e la relativa prescrizione, per la loro durata in carica.
Questa norma è già stata riconosciuta come condivisibile in termini di principio anche dalla nostra Corte Costituzionale.
La informo quindi che proporrò al Consiglio dei ministri di esprimere parere favorevole sull'emendamento in oggetto e di presentare un disegno di legge per evitare che si possa continuare ad utilizzare la giustizia contro chi è impegnato ai più alti livelli istituzionali nel servizio dello Stato.

Cordialmente, Silvio Berlusconi»


Attenzione: astenersi dal desiderio di commenti, è rischioso per la propria salute.

giovedì 12 giugno 2008

In ricordo di Enrico Berlinguer


Il comunismo di Enrico Berlinguer


Massimo D'Alema, 1989

Enrico Berlinguer cinque anni dopo la sua morte: c'erano molti modi possibili per ricordarlo. Potevamo rievocare la commozione e il dolore con cui una grande parte del popolo italiano si strinse intorno a lui nei giorni dell'agonia, l'indimenticabile fiume di donne e di uomini che lo accompagnò per l'ultima volta per le strade di Roma. Abbiamo fatto una scelta diversa. Una scelta che si rivolge, in primo luogo, ad una generazione nuova che non fu partecipe, se non marginalmente, di quella emozione, né della lunga stagione politica di cui Berlinguer fu protagonista:
Questa generazione si affaccia oggi sulla scena della vita politica e civile dell'Italia con i tratti di una identità nuova. Gli anni della egemonia neoconservatrice hanno lasciato certo un segno, ma i giovani appaiono i più pronti a captare gli elementi di novità.L'aspirazione alla pace e al disarmo, a nuove relazioni umane, la difesa dell'ambiente naturale come condizione per una vita migliore,un forte senso di solidarietà che non sopprime la dimensione dell'individuo e delle sue libertà. Tutto ciò tende a una visione diversa della politica, appare come una sfida culturale a vecchie concezioni, al modo di essere dei partiti e delle istituzioni.
Che cosa può dire oggi Berlinguer a questa generazione? E’ sempre molto difficile pretendere di separare ciò che è vivo e ciò che è superato nella elaborazione politica e intellettuale di un leader dalla personalità così forte come è stato Enrico Berlinguer: tanto più nel momento in cui il pci è impegnato nella ricerca di un nuovo corso politico e culturale che segna una discontinuità anche rispetto alla visione e alla esperienza politica di Berlinguer. Non c'è dubbio che su questioni essenziali la elaborazione e la proposta dei comunisti italiani si è spinta ormai oltre Berlinguer. La mia opinione è che la questione oggi cruciale di un rinnovamento del sistema politico italiano imperniato sulle regole e sulle condizioni per una democrazia dell'alternanza sia al di là non solo, come è ovvio della idea berlingueriana del compromesso storico, ma anche del modo in cui egli avanzò la proposta dell'alternativa democratica. Come pure lungo ilcammino che egli aprì di un più forte radicamento del pci nel movimento operaio dell'Europa occidentale, la nostra politica si muove oggi oltre la ricerca di una terza via e guarda alla prospettiva del confluire dei comunisti italiani in una rinnovata sinistra europea.
Nulla è dunque più lontano dallo spirito del "nuovo corso" della pretesa di limitare la ricerca e la proposta del pci entro i confini della elaborazione di Berlinguer. Eppure non sarebbe neppure pensabile un nuovo pci senza Berlinguer, senza la sua lezione umana ed intellettuale, il coraggio e il rigore che egli impresse al rinnovamento delle nostre idee, le direttrici nuove di ricerca e di azione che egli seppe aprire.
Quando, con una di quelle affermazioni icastiche, aspre, enigmatiche che tanto facevano discutere, Berlinguer parlò del pci come di una forza conservatrice e rivoluzionaria, egli offrì una chiave di interpretazione anzitutto della sua personalità. Della tensione e del travaglio di un uomo che non smarrì mai il legame conla tradizione comunista, con un insieme di valori, con un modo di concepire e di vivere la politica che erano propri di quella tradizione.Ma che nello stesso tempo seppe intuire e prospettare con grandissimo coraggio e onestà intellettuale i cambiamenti che erano necessari, le rotture, i salti di qualità. Solo così si può intendere il carattere di un uomo che, vincendo il pudore, confessava con sincera semplicità il suo orgoglio "per essere rimasto fedele ai suoi ideali di gioventù", un uomo che parlando delle scelte della sua vita diceva "io no ho fatto la scelta della politica, ma quella della lotta per la realizzazione degli ideali comunisti". Quest'uomo seppe, al tempo stesso, vedere e denunciare, con spirito di verità e fermezza, la crisi del movimento comunista, l'esaurirsi della forza propulsiva di tutta una fase storica della esperienza del movimento operaio e rivoluzionario.
Certo ciò disvela il senso degli ideali comunisti i quali Enrico Berlinguer si sentì animato nella sua vita e nelle sue battaglie. Esso non coincideva certo con il carattere sistemico e dogmatico dei canoni del cosiddetto comunismo scientifico; quanto invece con una idea della libertà come liberazione umana da ogni forma di oppressione e di sfruttamento, come bisogno di giustizia e di eguaglianza, come arricchimento morale e intellettuale. In Berlinguer questa idea del comunismo non derivava soltanto dalla tradizione italiana, dalla lezione di Gramsci - pure decisiva per comprendere la sua ispirazione – ma insieme da una sua personale lettura di Marx, dall'influenza che su di lui avevano esercitato, come lui stesso rivelò, gli scritti giovanili di Marx, con la loro impronta individualistica e libertaria. Credo che questo aiuti a comprendere il fascino e la modernità del comunismo di Enrico Berlinguer; la forza di attrazione di un ideale di liberazione umana capace di proiettarsi nel futuro oltre la pietrificazione e la crisi delle forme storiche in cui l'esperienza comunista si è realizzata.
Questo è il Berlinguer che può parlare alla nuova generazione di oggi. L'uomo che seppe riconoscere un bisogno di comunismo nel movimento di liberazione delle donne nella rivolta dei giovani. Il leader che non attese Gorbaciov né gli studenti di Tian An Men per proclamare la necessità di una riforma democratica del "socialismo reale" e che nel grigiore della Mosca di Breznev affermò il valore universale della democrazia. Il primo importante dirigente politico dell' Occidente che contro una cultura industrialista e contro il determinismo tecnologico ha dichiarato la crisi di un modello di sviluppo e posto il problema di una crescita compatibile con le ragioni dell'uomo e dell'ambiente naturale.
Questi scritti che oggi l'Unità pubblica ripropongono alcuni passaggi cruciali di questa ricerca e di questa battaglia. Sono scritti, interventi, interviste nei quali si può leggere anche il travaglio, la fatica delle scelte innovative, il bisogno di coerenza, il fastidio per le mode, il rifiuto di facili trasformismi. Anche in ciò si racchiude la moralità di Berlinguer che rimane un tratto profondissimo della sua lezione. La trasparenza di un uomo che ha saputo umanizzare la politica proprio perché l'ha vissuta e l'ha mostrata come passione, sofferenza, fermezza di convinzioni, dubbio, travaglio personale. Mai come tecnica, manipolazione delle coscienze, scienza del potere.
Qualche tempo fa Roberto Benigni ad Enzo Biagi – che gli chiedeva perché avesse voluto bene a Berlinguer, lui che di regola prende in giro i politici – ha risposto: "Berlinguer non era un politico, era un poeta".
Certo, questo paradosso illumina solo una parte della verità; ma una parte importante. Quando Berlinguer morì si affermavano negli altri partiti altri protagonisti, che hanno poi tenuto la scena in questi anni. Questi uomini hanno impersonato la grande rivincita della tecnica sulla umanità della politica; la rivincita dell’astuzia sull’intelligenza; dell’arroganza del potere sulla fermezza di chi lotta per i propri ideali.
Forse sarò ottimista, ma penso che l’epoca di questi uomini volga ormai al tramonto. Comunque quanti vorranno impegnarsi perché sia così, possono trovare nelle parole di Enrico Berlinguer, se non una risposta a tutti i problemi di oggi, certamente lo stimolo a lottare ed a pensare in modo nuovo.

Massimo D'Alema

mercoledì 11 giugno 2008

Prima bozza del Piano Industriale per la P.A.



Già solo pensare che la Pubblica Amministrazione sia equiparata ad un'industria per cui le linee programmatiche di riforma possano essere definite 'Piano Industriale' oltre che fuori luogo la dice lunga, è una continuazione in coerenza al concetto di 'Azienda Italia'.


Tramite il link si raggiungono le intenzioni del neo mini Ministro Renato Brunetta:

Cena Circoli mercoledì 11 giugno al Circolo 4 San Jacopino Piazza Puccini

“Circolo 2 Santa Croce-Ciompi Firenze”

mercoledì 11 giugno ore 20 presso il circolo “4 san jacopino -piazza puccini” via mercadante 58 …….cena di approfondimento tematico su DOVE VA IL PARTITO a seguire SI POLE ANCORA?….
durante la cena sarà letta relazione di Veltroni
segue lettura relazione di Franceschini
controdeduzioni di D’Alema
si raccomanda il massimo silenzio

SCHERZO!!!


ovvero:

CENA MERCOLEDI’ 11 giugno alle ore 20 presso il CIRCOLO BENCINI
“CIRCOLO 4 San Jacolpino-Piazza Puccini” via Mercadante 58
Non sarà letta nessuna relazione!!!
è per stare insieme!!
Sono invitati i 4 circoli del centro storico
e più siamo meglio è !!

Si raccomanda la massima puntualità e 15 euro !!
Confermare a: coord. circolo 2 Oriella Ferrini
Se vuoi partecipare, scrivilo qui!

martedì 10 giugno 2008

Drin drin...telefono!







E’ di oggi la notizia che ci rattrista tutti - il Principe Vittorio Emanuele di Savoia non parlerà più al telefono in Italia e rinuncerà anche a fare battute – per colpa delle intercettazioni, una vergogna d’Italia. Non è che ci mancassero le sue conversazioni (anche se ci hanno divertiti tutti), però bisogna riflettere…
Le famose ‘spiate’ violano la privacy, ma di chi?
Degli uomini ‘pubblici’ le cui conversazioni però sono private, quindi lavorano a balzelli…senza telefono sono pubblici e con sono privati. Se un Sindaco intrallazza di mazzette al telefono su un’opera da realizzare, da parte del Comune, sta conversando in privato. Se un parlamentare è a colloquio con un mafioso o camorrista non va disturbato, è privacy. Se uno spacciatore si sta mettendo d’accordo sul ‘carico’ e lo scopri mentre è in conversazione telefonica non puoi fare niente, è privacy.
Tutto privacy, è questo il messaggio, anche per la gestione ‘pubblica’ che ben si sa che si intende ‘privata’ per il genio del Mago.




Ma è vero che chiunque delle forze dell’ordine può attaccarsi a un numero e ascoltare? Direi proprio di no! Ci vuole un’autorizzazione, non sempre facile ad aversi e ben motivata da parte della Magistratura.
Ma allora il punto dov’è? Troppe pubblicazioni inutili.
C’è un altro punto? Eccome, troppi a delinquere.
Ancora uno e forse il più importante: si vuol fare intendere che la gestione del ‘bene pubblico’ o ‘bene comune’ è limitante e vecchia come idea, il ‘pubblico’ non è più un valore bensì un ostacolo, il gestore o responsabile del pubblico se vuole operare deve agire secondo le regole del ‘privato’ e quindi anche quando è al telefono in ufficio o in orario di lavoro è in ‘pausa privacy’ e il cittadino che ha diritto di sapere come è gestito e tutelato quel servizio non deve sapere e non può dubitare.
Poi se ci sono stati importanti risultati giudiziari grazie alle intercettazioni telefoniche, non importa, bisogna risparmiare e lasciare ‘lavorare liberi’, se no si limita la democrazia e la libertà personale sacra e inviolabile.







Papa Ratzinger è fashion e glamour...(?)


Papa Ratzinger certamente non è ancora riuscito ad offuscare la popolarità del suo precedessore Giovanni Paolo II, ma la sua attenzione per i dettagli di look e soprattutto per le scarpe rosse di Prada gli stanno valendo l'amore di tutte le fashion victim del mondo'. Così ha scritto il quotidiano inglese Indipendent venerdì scorso, riprendendo la segnalazione del giornale cattolico Tablet.L'attenzione di Ratzinger ai capi e agli accessori da indossare nelle apparizioni pubbliche era già balzata agli onori della cronaca quando Benedetto XVI aveva deciso di cambiare la sartoria di Wojtyla, rivolgendosi al negozio Euroclero, che l'aveva sempre servito da cardinale. Venerdì scorso il quotidiano la Repubblica ha focalizzato l'attenzione su alcuni dettagli del look papale: occhiali da sole anche durante gli incontri pubblici, gemelli d'oro ai polsini, l'anello d'oro del Pescatore, la veste talare candida chiusa davanti da una fila di 30 bottoni e i mocassini rossi Prada.


Il 12 maggio c’è stato un appuntamento in libreria. E' uscito infatti un libro che dal titolo cattura l'attenzione “No, no, no! Ratzy non è gay”, di Angelo Quattrocchi, storica figura dell’underground italiano, fondatore della rivista “Fallo!” e della casa editrice Malatempora (con cui esce il libro in questione).

Il libro focalizza la “strana” relazione tra Papa Ratzinger e don Georg, tanto parlata e spesso serpeggiata.

Tanto per farvi incuriosire ecco un abstract dalla IV di copertina:
Perché è omofobo da sempre? Perché si è preso un segretario così bello che lo segue ovunque e gli aggiusta il mantello? Perché ha una dottrina così rigida e una sartoria così garrula, praticamente un coming out sartoriale? In questo libro le risposte.

Ora, le 'frocie' non faranno la fila come quando è uscito il dvd-cd live di Madonna, ma c’è di che leggere e divertirsi, anche senza troppi effetti speciali, i costumi di scena sono assicurati.








lunedì 9 giugno 2008

Mara Carfagna - "Cacciare le lucciole è un errore facciano le cooperative del sesso"

Le pari opportunità allora per chi sono? "Le mie priorità sono: aiutare le famiglie a fare più figli, con sussidi, creazioni di asili sul modello francese. Aiutare le donne sul lavoro perché abbiano stipendi uguali ai colleghi, perché riescano a conciliare famiglia e carriera. Per le donne presenterò venerdì in consiglio la proposta di legge sullo stalking, perché le molestie insistenti sono spesso il passo che precede le aggressioni, mentre per i fondi tagliati contro la violenza sulle donne il mio ministero ha altre somme da destinargli"

Cosa vuole? "Una famiglia mia, in una società ordinata che coccola madri e figli troppo spesso senza adeguata tutela"

Scusi ma lei ha avuto pari opportunità? "Gli uomini hanno un pregiudizio storico sull'ignoranza delle donne, se sei bella ancora di più, ma non mi piango addosso e vado avanti. Sono testarda, penso sempre di dover migliorare e quindi da quando sono ministro dormo male. Ho la consapevolezza delle aspettative"

sabato 7 giugno 2008

Il ritorno del Prof. dei Comitati


Il Prof. Asor Rosa con i Comitati del ‘no a tutto’ torna alla carica contro la Regione, il 28 giugno a Firenze, ripartendo dalla lottizazione di Monticchiello a cui dette due volte parere farevole al Comune di Pienza (fu la Regione Toscana con il Ministro Rutelli a bloccare i lavori), per poi calcolare la svalutazione del suo casale in loco di 500.000 euro; rileggendo il suo intervento a Capalbio del 15 settembre 2006, per il ciclo di incontri sul PIT, non si capisce perchè dalla primavera del 2007 mutò la sua posizione verso la Regione addossandogli ogni responsabilità pur ammettendo ‘di non essere esperto di questioni urbanistiche’ (una battaglia personale priva di coerenza), lasciando in seguito la veste di ‘intellettuale di sinistra’. Recentemente si sono costituiti gli Ecologisti Democratici del PD con riferimento ‘l’ambientalismo del fare’ (sviluppo e tutela), presentato da Veltroni a Firenze nel 2007, di cui la Regione Toscana ne è esempio da tempo nelle attuazioni di politiche-programmatiche territoriali (P.R.S., P.R.A.A. e P.I.T. per eccellenza) in cui sono attualmente centrali anche l’esigenze infrastrutturali, per non ingessare il territorio (Corridoio Tirrenico e piattaforma logistica costiera, TAV e sottopasso di Firenze, potenziamento della mobilità-pendolare regionale su ruote di ferro), come l’attenzione verso la rete delle ‘aree protette’ e le politiche energetiche. La visione del Prof. e dei Comitati di una Toscana-cartolina è molto deludente, ridotta e lontana dal territorio premiante per una politica di ‘conservazione attiva’, prova ne è l’essere la prima Regione a stipulare l’Intesa con lo Stato per l’attuazione del piano paesaggistico previsto dal ‘Codice’ come lo è anche il risultato elettorale regionale che vede il PD crescere ed attestarsi addirittura al 74% proprio a Monticchiello.

Una foto 'cult' di Mara Carfagna


Resoconto "Question time" Aula Senato giovedi 5 giugno con la ministra Carfagna

Di seguito gli interventi nel corso del "Question time" nella seduta pomeridiana del Senato di giovedì 5 giugno con la ministra Carfagna sulla violenza contro le donne.
RESOCONTO STENOGRAFICO
Aula Senato
Presidenza del presidente SCHIFANI
Question time pomeriggio di venerdì 5 giugno 2008
PRESIDENTE. Passiamo ora allo svolgimento di interrogazioni a rispostaimmediata riguardanti la violenza sulle donne, cui rispondera` il ministroper le pari opportunita`, onorevole Carfagna.I senatori hanno facolta` di rivolgere le loro domande al Ministro perdue minuti ciascuno.
POLI BORTONE (PdL). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facolta`.
POLI BORTONE (PdL). Signor Presidente, rivolgiamo i migliori epiu` cordiali auguri al Ministro che per la prima volta viene in quest’Aula, perche´ possa portare a termine quei tanti bei progetti che gia` abbiamoascoltato e che ha molto chiari nella sua mente.Parto subito da una dolente nota, io che sono un membro della maggioranza:qualcuno chiedera` come mai ci sono stati tagli anche sul Ministerodelle pari opportunita` per finanziare il recente provvedimento sull’ICI.Questi tagli hanno portato – voglio dirlo ad alta voce, non perche´faccio parte della maggioranza, ma perche´ ne sono profondamente convinta– a qualcosa di positivo, perche´ operare dei tagli al Ministero dellepari opportunita` per la soppressione dell’ICI per la prima casa e` un fattoestremamente apprezzabile, considerato che il tema della famiglia non e`avulso dalle pari opportunita` ne´ dagli obiettivi del nostro Governo. Diro`di piu`: si tratta di un tema che nei fatti e` molto vicino agli obiettivi programmaticiche intendiamo, con il suo ausilio e quello di tutti i Ministri,portare avanti. Oltretutto, se consideriamo che la casa non e` soltanto unluogo fisico ma anche di valori, siamo profondamente convinti che siastato anche opportuno intervenire con un taglio sul Ministero.Non abbiamo trovato ugualmente opportuno chi, invece, negli anni precedenti, ha operato dei tagli sullo stesso Ministero delle pari opportunita`, di questo mi potra` dare conferma lei, onorevole Ministro: da quello che mi risulta, nel 2007 proprio dal capitolo dei diritti per le pari opportunita`sarebbero stati sottratti 300.000 euro per il festival del cinema diRoma e 490.000 nel 2008 sempre per lo stesso festival. Ritengo sarebbestato piu` utile investirli in altro modo.
FRANCO Vittoria (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facolta`.
FRANCO Vittoria (PD). Signor Presidente, signora Ministro, il GovernoProdi ha previsto nella legge finanziaria per il 2008 uno stanziamentodi 20 milioni di euro per un piano d’azione contro la violenza sessuale.Fu uno strappo encomiabile alla regola, frutto dell’impegno delledonne; si trattava di un fondo istituito come prima e rilevante rispostaai dati drammatici sulla violenza contro le donne, che e` diventata –come lei sa – la piu` frequente causa di morte, un vero e proprio allarmesociale. Tra i primi atti del Governo Berlusconi vi e`, invece, la cancellazionedi quel fondo e la sua destinazione alla copertura dell’abrogazionedell’ICI. La conseguenza di quell’atto che giudichiamo gravissimo – malo sa benissimo – e` che vi saranno meno risorse per le donne maltrattate,offese e violentate, per i centri antiviolenza e per la prevenzione.Le chiedo, signora Ministro, se intende adoperarsi perche´ quel fondovenga reintegrato. Se cosı` non fosse, tante donne, oltre a subire violenza,dovranno soffrire anche per la mancanza di aiuto e di quel sostegno spessoprezioso per dare loro la forza di continuare a vivere. Quelle donne sarannopiu` sole e lei lo sa; le vittime sono 14 milioni e nel 70 per centodei casi la violenza si esercita in famiglia; molto si puo` fare per prevenirla,ma occorrono risorse adeguate e azioni concrete.
BOLDI (LNP). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facolta`.
BOLDI (LNP). Signor Presidente, Ministro, ho sentito sue precedentidichiarazioni e so che lei si adoperera` a fondo per cercare di portare dellesoluzioni al tema della violenza sulle donne che, purtroppo, e` assolutamentealla ribalta in questi ultimi giorni. Parlo da donna e anche da madre,considerato che si e` arrivati al punto che le mamme hanno timore alasciar andare da sole per strada le proprie figlie. Cio` non toglie comunqueche anche la violenza domestica tocchi punte altissime.Credo, dunque, che vada investito moltissimo soprattutto sotto l’aspettodella prevenzione che, a mio avviso, deve partire da un cambiamentodi base nella cultura del nostro Paese, nella cultura dei nostri uomini,insegnando anche a chi viene da fuori del nostro Paese un certomodo di comportarsi. Vorrei sapere come il Governo intende muoversi in questo campo.
CARLINO (IdV). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facolta`.
CARLINO (IdV). Signor Presidente, onorevole Ministro, onorevoli colleghi, la violenza nei confronti delle donne, come tutti ormai sappiamoe come le cronache puntualmente ci ricordano, e` un male sempre piu` diffusodel nostro tempo, autentico esempio di un degrado morale e civile cuista andando incontro la societa` in cui viviamo. E ` anche, forse, la partepeggiore di una tendenza che vede emergere sempre piu` lo sgretolamentodell’idea di famiglia e il sopruso dei piu` forti nei confronti dei piu` deboli.E`una questione delicata, dolorosa, che andrebbe affrontata con un impegnocondiviso, uno sforzo comune e coordinato delle istituzioni, associazionidi volontariato, organizzazioni.Mentre il Governo e` impegnato a dimostrare l’improbabile equazionecriminalita` uguale immigrazione, i dati dell’EURES ci dicono che in Italiaun omicidio su quattro viene compiuto in famiglia, tra le mura domestiche.Di questi omicidi, il 70 per cento ha come vittime donne e quasi sempre,salvo casi rarissimi, il colpevole e` un conoscente o un congiunto diretto.Una ricerca ISTAT del 2006 mostrava dati allarmanti circa la violenzafisica e sessuale subita dalle donne: 6.743.000 le donne dichiaratevittime di soprusi; sempre nel 2006 si sono registrati 74.000 tra tentativie stupri veri e propri: di questi, il 70 per cento sono stati compiuti da partnero ex partner, a dimostrazione che questo dramma alberga piu` nel silenziodella vita privata che non nel clamore mediatico suscitato dai reaticompiuti da extracomunitari o immigrati clandestini.Credo che il quadro che abbiamo di fronte sia chiaro. Ecco perche´ e`con sconcerto e rammarico che l’Italia dei Valori e l’intera opposizionehanno appreso del taglio di 20 milioni di euro effettuato per lasciar postoall’eliminazione dell’ICI. Certo, non e` una cifra esorbitante se confrontatacon altri pesanti e discutibili tagli, come i 400 milioni per l’ambiente o i353 milioni per il trasporto pubblico locale, ma e` indicativa, a nostro avviso,della superficialita` e del cinismo con cui il Governo intende mettermano al problema. Quei 20 milioni erano destinati ad un Piano per la prevenzionecontro la violenza sulle donne e con consenso unanime del Parlamentoerano stati approvati con la legge finanziaria 2008 ed avevano gia`un preciso impegno di spesa: attivazione di numeri verdi, osservatorio peril monitoraggio delle violenze, campagne di promozione sociale, sostegnoalle associazioni territoriali. Niente di tutto questo vedra` la luce.Per questo, ministro Carfagna, chiediamo come intende reagire perrecuperare i fondi per rilanciare i servizi programmati e quali provvedimenticoncreti pensa di mettere in atto per prevenire e contrastare il fenomenoin ascesa della violenza sulle donne.
PRESIDENTE. Ha facolta` di rispondere congiuntamente agli interroganti il ministro per le pari opportunita`, onorevole Carfagna.
CARFAGNA, ministro per le pari opportunita`. Signor Presidente,onorevoli senatori, ringrazio le senatrici intervenute per i quesiti chehanno voluto rivolgermi questo pomeriggio, perche´ mi danno cosı` l’opportunita`di chiarire la vicenda relativa al taglio del fondo contro la violenzasulle donne e di anticipare quei provvedimenti che intendo intraprendereper contrastare il dolorosissimo fenomeno della violenza sulle donne.In relazione all’azzeramento del fondo relativo al Piano di contrastodella violenza contro le donne e alle polemiche che ne sono seguite, mipreme sottolineare che il Governo ha ben chiaro quale sia la portata nelnostro Paese del problema in oggetto ed e` altrettanto ben chiaro quantoil fenomeno sia in aumento.E`peraltro di tutta evidenza che contrastare il fenomeno della violenzacontro le donne voglia dire tutelare i minori, spesso spettatori passividi violenza contro le loro madri. I centri antiviolenza svolgono edhanno svolto una funzione indiscutibile per aiutare donne e bambini in difficolta`,collaborando attivamente con la magistratura per proteggere le vittimedi reati gravissimi, sostenerle ed aiutarle nel processo di recupero didignita` e di serenita` della loro vita.Questo Governo intende rispondere con i fatti alle problematiche cheaffliggono la nostra societa`; appare sinceramente pretestuoso utilizzare laquestione degli tagli imposti dal recente decreto-legge n. 93 del 27 maggioscorso per scatenare polemiche destituite di fondamento. Vi spiego il perche´ di cio`. Nessuna sottovalutazione vi e` stata in ordine alla gravita` e allaportata del fenomeno. Il Dicastero ha anche ben presente l’importanza chei centri di contrasto alla violenza hanno nella vita del nostro Paese e nellatutela dei soggetti deboli, ma, come risulta da recentissimi dati ISTATsulla violenza ai danni delle donne, soltanto il 2,8 per cento si rivolge atali centri, che pertanto dovranno essere oggetto di una seria riflessione,ovviamente con gli operatori del settore.Si tratta di un lavoro gia` avviato dal mio predecessore, che ritengoopportuno e doveroso portare a termine, anche perche´ risponde alle giustesollecitazioni provenienti dallo straordinario mondo degli operatori deicentri antiviolenza. Vorrei ricordare agli interroganti che, al fine di promuoverequeste politiche, presso la Presidenza del Consiglio dei ministrie` istituito un fondo, denominato Fondo per le politiche relative ai dirittie alle pari opportunita`. Lo stanziamento di tale Fondo, senatrice Franco,non e` stato ridotto ed e` tale che con esso e` possibile realizzare un ampiospettro di politiche per i diritti e le pari opportunita` tra cui, naturalmenteed ovviamente, anche azioni di contrasto alla violenza sulle donne.Le risorse del suddetto Fondo sono pari, per il 2008, a 96,8 milioni dieuro complessivi (50 milioni di euro del 2008 piu` l’importo non speso del2007, pari a 46,8 milioni di euro, che e` stato riassegnato al Dipartimento).Le risorse di cui oggi e` possibile disporre sono quindi pari a 72 milioni dieuro, determinati sottraendo all’ammontare complessivo del Fondo (96,8milioni) le somme impegnate e da impegnare, rispettivamente pari a 9,2milioni ed a 11 milioni, per le attivita` gia` avviate dal Dipartimento dall’iniziodel 2008 a tutt’oggi, nonche´ le somme accantonate dall’ufficio di ra-Senato della Repubblica – 14 – XVI LEGISLATURA15ª Seduta (pomerid.) Assemblea - Resoconto stenografico 5 giugno 2008gioneria della Presidenza del Consiglio da gennaio ad oggi per le nuoveleggi, pari a 4,6 milioni di euro. Si tratta di numeri di cui gli interrogantisicuramente saranno a conoscenza, in quanto traduzione puntuale e precisa,senza margini di interpretazione, dell’attivita` contro la violenza sulledonne posta in essere da chi mi ha preceduto alla guida del Ministerodelle pari opportunita`.Dato il nuovo clima politico che sembra essersi instaurato in questalegislatura, non e` certo mia intenzione innescare polemiche contro chi miha preceduto, ma i numeri sono tali da permettere un’analisi pacata ed approfonditasulla questione, senza scaricare responsabilita` dei recenti fattidi cronaca su chi si e` appena insediato al Ministero per le pari opportunita`,avviando uno screening sulle attivita` fin qui predisposte per cercaredi conservare quanto di buono e` stato fatto finora.Ricordo altresı` agli interroganti che lo stanziamento da destinare peril 2008 al contrasto alla violenza sessuale di genere potra` quindi essereincrementato con decreto del Ministro per le pari opportunita`, rispetto ai3 milioni di euro previsti dal cosiddetto decreto Pollastrini, nei limiti dellacomplessiva disponibilita` di 72 milioni di euro. E`una somma notevoleche potra` – a mio avviso, dovra` – aggiungere risorse ed attivita` importantirispetto a quelle gia` poste in essere. Credo sia una risposta quantitativaalle tante polemiche di questi giorni sui tagli alle risorse per il contrastodelle violenze sulle donne. I soldi, sia chiaro, ci sono; vanno spesi ovviamentecon coscienza e senso di responsabilita`.Gli italiani, dalla politica in generale e dal Governo in particolare,chiedono concretezza e risultati immediati. Pertanto, per quanto riguardale azioni di contrasto della violenza sulle donne, verranno presentati neiprossimi Consigli dei ministri due distinti disegni di legge. Il primo diessi, di cui sinteticamente illustrero` i punti salienti, e` denominato «Misurecontro gli atti persecutori», con riferimento al cosiddetto fenomeno dellostalking, che negli ultimi anni e` balzato purtroppo agli onori della cronacae che richiede interventi mirati, in parte gia` predisposti ma non approvatinella scorsa legislatura. E ` mia intenzione, e del Governo che qui rappresento,ripartire dalle misure contro lo stalking che, con il plauso dell’alloramaggioranza e dell’allora opposizione, furono approvate in Commissionegiustizia senza mai pero` approdare in Aula, a causa della chiusura anticipatadella XV legislatura. Sara` questa un’importante modifica legislativa,che creera` un’autonoma figura di reato, giustificata dall’inadeguatezza delnostro codice a prevenire, contrastare e punire severamente una condottasempre piu` diffusa, anche perche´ blandamente punita dallo stato attualedella legislazione. Il secondo disegno di legge, dal titolo: «Misure controla violenza sessuale», verra` presentato prossimamente.Prima di concludere, rispondendo alla domanda della senatrice PoliBortone, mi preme rilevare che stiamo procedendo ad un’analisi accuratadel bilancio che abbiamo trovato in eredita`. Da una prima verifica dei capitolidi spesa risulta che, per l’assegnazione dei fondi, sono state privilegiateamministrazioni politicamente in linea con il precedente Governo eche, in particolare, per la Festa del cinema, nel 2007 sono stati stanziati –Senato della Repubblica – 15 – XVI LEGISLATURA15ª Seduta (pomerid.) Assemblea - Resoconto stenografico 5 giugno 2008parliamo sempre del fondo del Ministero per le pari opportunita` – 300.000euro e nel 2008 (precisamente il 10 aprile 2008, quindi tre giorni primadelle elezioni politiche del 13 e 14 aprile), i fondi stanziati per la Festadel cinema dal Ministero per le pari opportunita` sono stati ben 490.000euro.In conclusione, ritengo di poter rassicurare gli interroganti riguardoalle azioni di contrasto al dolorosissimo fenomeno di cui stiamo trattando.Ritengo che tutte le misure e le iniziative per contrastare il fenomeno dellaviolenza sulle donne, al vaglio del Governo e del Ministero che ho l’onoredi rappresentare, non verranno minimamente intaccate dal recente decretoleggedel Governo. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP).
PRESIDENTE. Hanno adesso facolta` di replicare gli interroganti, per un minuto ciascuno.
POLI BORTONE (PdL). Domando di parlare.P
RESIDENTE. Ne ha facolta`.
POLI BORTONE (PdL). Desidero ringraziare il Ministro per la suaprecisissima relazione. Naturalmente anche noi auspichiamo che in seguitoil denaro sia speso bene e, soprattutto, che siano efficaci gli interventi efunzionino quei centri antiviolenza dei quali parlava il Ministro, chehanno visto anch’essi discriminazioni di carattere politico, oltre che di caratteregeografico: non mi pare che nel Sud d’Italia ci siano stati grandifinanziamenti ai centri antiviolenza.Mi auguro che possano cessare anche queste forme di discriminazionee che il suo Ministero, spendendo a tempo debito tutte quante le risorseche lei opportunamente ha inteso ricordare, possa operare in manieradecisamente efficace rispetto al tema della violenza, compiuta non soltantosulle donne – ahime´ – ma anche sui bambini, sui minori e su tuttele fasce deboli, che e` diventata quasi un modus vivendi di questa societa`assolutamente priva di valori.
FRANCO Vittoria (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facolta`.
FRANCO Vittoria (PD). Ringrazio la signora Ministro per le sue risposte; prendiamo atto delle cifre che ha esposto, ma ammettera` che sempre di sottrazione di fondi e di risorse alle politiche per le pari opportunita`si tratta e mi chiedo perche´ il Governo abbia deciso di attingere proprio alfondo per la violenza, il che ha, come lei converra`, un grandissimo valoresimbolico. Se proprio teneva al provvedimento sull’ICI, probabilmente potevareperire altre risorse ed utilizzare altri fondi.Per quanto riguarda le altre misure, siamo naturalmente disponibili adun confronto serio e costruttivo sullo stalking, visto che siamo stati i primi a proporlo, e, se il Governo e la maggioranza terranno conto anche dellenostre proposte, saremo ovviamente disponibili a discutere insieme unprovvedimento serio, efficace ed adeguato.
BOLDI (LNP). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facolta`.
BOLDI (LNP). La ringrazio, Ministro. Sono certa che lei portera`avanti con determinazione il compito affidatole dal Governo di curare eimplementare le pari opportunita` in questo Paese.Ribadisco che, oltre a provvedimenti di tipo punitivo, e` fondamentaleche si facciano grandissime campagne per cambiare un certo tipo di mentalita`,per insegnare ai nostri ragazzi che le donne vanno rispettate.Quando noi avremo ottenuto cio`, meta` del problema relativo alla violenzasulle donne sara` risolto. (Applausi dai Gruppi LNP e PdL). Grazie, Ministro.CARLINO (IdV). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facolta`.
CARLINO (IdV). Onorevole Ministro, lei ha parlato di fondi per lepari opportunita` in modo generico e ha fatto distinzione fra vecchio enuovo Governo. Noi dell’Italia dei Valori riteniamo che il problema debbaessere risolto senza tener conto del colore politico di appartenenza, ma attraversoun senso di responsabilita` politica istituzionale trasversale. Solocon la volonta` di tutto il Parlamento si puo` risolvere questo delicato problema,anche abbreviando i tempi.A proposito dello stalking, cui lei ha fatto riferimento, le ricordo chel’Italia dei Valori ha presentato una proposta di legge in merito sia nellapassata legislatura che in quella presente, nella speranza che venga accoltanel piu` breve tempo possibile, a tutela delle donne. Dal momento chesiamo alla vigilia della futura manovra di bilancio, potrebbe essere utileche gia` nella prossima discussione del DPEF il Governo si impegni a rafforzaregli strumenti utili per le politiche antiviolenza.Auspichiamo, pertanto, che le promesse dell’onorevole Ministro sitraducano ben presto in fatti concreti e non restino solo parole.
PRESIDENTE. Lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediatasull’emergenza alluvione in Piemonte e sulla violenza sulle donne e`cosı` esaurito.Onorevoli colleghi, non posso che compiacermi della riattivazionedell’istituto del question time, che consente a colleghi di maggioranzaed opposizione di poter sottoporre i propri atti ispettivi al Governo. Colgo l’occasione per ringraziare tutti gli intervenuti e i componenti del Governo per il contributo oggi apportato.Commissioni permanenti, composizione e convocazione.
cari saluti
Senatrice Vittoria Franco - Ministro Pari Opportunità del Governo Ombra
Pal. Madama 0667063156 – 0667064156 - Resp. Segr./Uff. Stampa Paolo Maggi 333 4798910

giovedì 5 giugno 2008

"Intanto il governo penalizza le attività culturali" Le linee programmatiche del ministro dei beni culturali sono state enunciate. Oriella Pieracci

La relazione del Ministro Bondi e' generica e contraddittoria. Un indice senza priorita' che non tiene conto dei numerosi tagli subiti proprio dal ministero della Cultura” questa la dichiarazione del capogruppo del PD in commissione Cultura alla Camera.

L'audizione del Ministro per i Beni culturali sulle linee programmatiche del suo dicastero sembra abbia totalmente ignorato che il partafoglio ha grosse falle.

Probabilmente il ministro Bondi pensa che il suo programma costi poco e soprattutto bastino le tante affermazioni di principio e magari qualche magia!.

Gli interventi per la tutela del paesaggio, sono difficilmente realizzabili visti i tagli al fondo per il recupero dei paesaggi compromessi e degradati. Ma anche l'azzeramento del fondo per il restauro degli immobili dei centri storici, e quello per il recupero e la conservazione degli edifici riconosciuti patrimonio dell'umanita' dall'Unesco creano sconcerto, saranno difficilmente sostenibili le attività di Restauro delle Soprintendenze e dei Comuni.

Per non parlare della forte riduzione delle risorse destinate all'industria cinematografica (tax credit), al Fondo Unico per lo Spettacolo (FUSI) e all’ editoriale (centro del libro e della lettura).
I tagli si abbattono su Fondi, istituzioni culturali e soprintendenze, su Festival con programmazioni già avviate, su progettazioni già approvate ed appaltate.
Non meno allarmante la posizione del ministro che assolve i primi atti del Governo anche se si tende a vedere nella cultura un settore improduttivo, “al massimo assimilabile all'intrattenimento come ha affermato il ministro nella sua replica”.

Non è finita qui… la scure si abbatte sullo sport, società sportive e polisportive per effetto del provvedimento governativo che taglia i finanziamenti destinati allo sport nel triennio 2008/2010, spariscono le risorse per la promozione dello sport di massa, assegnati allo sport di base e anche i fondi per il Comitato Paraolimpico (lo sport dei disabili).

Poi ancora sulla pelle delle donne sono cancellati i milioni destinati al piano contro la violenza sessuale.
Cosa ha da dire in proposito la ministra alle Pari Opportunità Mara Carfagna? Se è vero che la sicurezza è la prima preoccupazione di questo esecutivo allora per quale distratto pregiudizio non si considera questo tema sicurezza di tutti e di tutte, sembra si ignorino le tante vittime della violenza maschile, tutte quelle madri, mogli e sorelle senza nome che ogni giorno subiscono violenza tra le mura domestiche di questo Paese.

Nell’ articolo di Cusmai Enza pubblicato 8/5/2008 da “Il giornale” si riportavano i desolanti dati Istat per metà degli italiani il titolo di studio più elevato è la 3° media (il 48,5% della popolazione fra i 25 e 64 anni) il profilo del popolo italiano che ne emerge è che sia poco istruito con un alto tasso di abbandoni scolastici.

Allora forza caro ministro Sandro Bondi, questi beoti italiani si lascino pascolare nel vuoto consumo acritico... meglio future veline e potenziali stupratori che cittadini consapevoli e malauguratamente troppo impegnati; fin da subito meglio non rischiare un futuro popolo di intellettuali.