martedì 29 aprile 2008

25 aprile: loro sfregiano la democrazia, NOI LA SCOLPIAMO!(4)






"Il ritorno alla vita fu dunque l’infanzia ritrovata, la corsa per le strade, la voglia di ridere e gridare, di rompere il buio e il silenzio e il pianto dei mesi e degli anni della grande paura. Ballavano in piazza Signoria gli scozzesi con le loro gonnelle colorate, un miscuglio di suoni e rumori sconosciuti invadeva la città, i soldati regalavano aranci e cioccolata. Era la libertà, che i fiorentini si erano conquistati col valore della loro gente: “Firenze, questa città granducale, addormentata nell’ombra pigra dei suoi palazzi gloriosi, mostrava al mondo, prima fra le città italiane, che cosa fosse la guerra di popolo”: così la dipinse con poche forti pennellate Carlo Levi, scrittore e pittore di Giustizia e Libertà che in piazza Pitti al numero 14 scrisse in quei mesi di guerra “Cristo si è fermato a Eboli”. (...)


E ancora leggo Carlo Levi: “Firenze aveva dovuto inventare la guerra partigiana…non vi erano precedenti, il sud era stato liberato dagli eserciti alleati, Roma era libera senza lotta …la battaglia di Firenze fu la prima battaglia cittadina, essa non fu senza risultati…Firenze libera per virtù propria taceva assorta nelle sue rovine” conclude Levi questa sua splendida descrizione della città, citando un verso di Umberto Saba. (...)


Essi ci dicono che non solo la Costituzione italiana è “perfettamente in linea con il costituzionalismo contemporaneo. Anzi è stata ed è una delle fonti di questo movimento che ha assunto ormai una dimensione cosmopolitica…i grandi principi costituzionali abbracciano ormai tutto il mondo” ci spiega Gustavo Zagrebelsky, presidente emerito della Corte. I beni protetti dai grandi principi costituzionali, come “la vita, la dignità delle persone e la loro libertà, l’ambiente, la sopravvivenza della specie umana sono senza confini”. Essi ci insegnano che l’impianto complessivo della Carta è solido e lungimirante, che le garanzie e i controlli sul potere, i checks and balances previsti non sono di impaccio, ma costituiscono la forza della democrazia. (...)


Abbiamo imparato che la Costituzione vive se i giovani la conoscono e sono messi nelle condizioni di amarla. Essi spesso ci hanno rimproverato di non averla fatta insegnare nelle scuole ed hanno ragione. Solo in Italia è potuto accadere, solo noi siamo stati timidi nel rivendicare quel momento luminoso di sacrifici e di intelligenza, il miracolo costituente che ci dette la carta dei diritti e dei doveri.



Per leggere il testo integrale che Sandra Bonsanti, Presidente di Libertà e Giustizia, ha pronunciato in Palazzo Vecchio il 25 aprile clikka qui

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