mercoledì 23 luglio 2008

dal CR Toscana - POLLINA: “LA REGIONE NON IMPUGNI IL DECRETO BRUNETTA”

Forza Italia verso il Popolo della Libertà
Comunicato del 23/07/2008


POLLINA: “LA REGIONE NON IMPUGNI IL DECRETO BRUNETTA”
“Mi auguro che il Piano Brunetta per la pubblica Amministrazione non cambi di una virgola”. Così il Vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana e Consigliere regionale di Forza Italia – PdL commenta la notizia in base alla quale la regione avrebbe incaricato l’Avvocatura di valutare le parti del decreto legge del Ministro Brunetta che potrebbero essere impugnate. “Ci risiamo – continua Pollina – al Governo torna Berlusconi e la Regione riaffila le armi. Questa volta lo fa contro un “Piano” che la stragrande maggioranza dei cittadini, secondo tutti i sondaggi, giudica necessario e sacrosanto perché cerca di rimettere al centro, di una Pubblica Amministrazione spesso non eccepibile, la “meritocrazia” e la “produttività”. Non si tratta, come vorrebbe far credere il Vicepresidente della Giunta regionale Gelli (e come stanno sottolineando in queste ore le organizzazioni sindacali regionali), di un attacco alla Pubblica Amministrazione e ai suoi dipendenti. È vero. È una terapia intensiva per uscire da un’emergenza che, in termini di competitività, frena il nostro Paese tanto a livello europeo quanto a livello internazionale. Sanzioni severe agli “assenteisti” e ai “fannulloni”, così come accade nel privato, premi per i più meritevoli e trasformazioni dei dirigenti in manager con nuovi sistemi di valutazione dei risultati, sono principi di buona amministrazione sui quali è illogica l’alzata di scudi di queste ore dei sindacati e della nostra Regione che temo voglia continuare a difendere e salvaguardare alcuni privilegi che, negli anni, ha contribuito a creare. Anche perché – conclude Pollina – i lavoratori onesti (e sono la stragrande maggioranza) non hanno nulla da temere e, anzi, coloro che, tanto nel privato quanto soprattutto nel pubblico, svolgono con impegno e virtuosamente le loro mansioni possono sentirsi maggiormente tutelati dalle nuove diposizioni del Ministro Brunetta.”

1 commento:

bruno la mela ha detto...

“Decreto Brunetta”: risoluzione a maggioranza in Consiglio

Impegna presidente e Giunta regionale a fare in modo che il provvedimento venga modificato. Il presidente Bruno: “Fermare l’attacco ai diritti e alle retribuzioni”

Firenze – È passata con il voto compatto dei gruppi di maggioranza (Pd, Rifondazione comunista, Sinistra democratica, Comunisti italiani, Verdi, Partito socialista) e il voto contrario dei gruppi di opposizione (Forza Italia-Pdl, Alleanza nazionale, Udc, Alleanza federalista) la risoluzione predisposta dalla commissione speciale Lavoro e illustrata oggi in Aula dal suo presidente Eduardo Bruno (Pdci). La risoluzione impegna il presidente e la Giunta regionale ad operare presso Governo, Parlamento e Conferenza Stato-Regioni affinché il decreto legge sul pubblico impiego, il cosiddetto “decreto Brunetta”, venga modificato e ne siano ridotti gli effetti sul territorio regionale. “Siamo di fronte ad un provvedimento – ha dichiarato Eduardo Bruno – che colpisce i lavoratori del pubblico impiego: impedisce nuove assunzioni, prevede forti ripercussioni sugli stipendi in caso di breve assenza per malattia e va così a colpire diritti fondamentali, quali quello alla salute. Viene da chiedersi − ha proseguito il presidente della commissione Lavoro, che ieri ha sentito anche i sindacati e i rappresentanti dei lavoratori regionali, in occasione della manifestazione davanti a Palazzo Panciatichi − se il decreto sia costituzionale. Si lede l’autonomia delle Regioni, si sottopone a posteriori la valutazione di atti e contratti alla Corte dei Conti” Gli obiettivi che esso indica per la modifica del decreto in fase di conversione sono: la riforma del servizio pubblico, fondato su principi di responsabilità, efficienza, valorizzazione dell’impegno lavorativo, trasparenza; la salvaguardia della contrattazione di primo e secondo livello, a partire da una stima realistica del tasso di inflazione prevedibile; la drastica riduzione del lavoro precario; il ripristino delle norme di tutela in materia di sicurezza e diritti del lavoro e di lotta all’evasione fiscale.
A nome di Rifondazione comunista, Luca Ciabatti ha parlato di “attacco al lavoro pubblico”, secondo un disegno che “indica un’idea precisa: mettere la Pubblica amministrazione nelle condizioni di non poter più erogare i servizi e quindi mettere sul mercato gran parte dei servizi oggi gestiti dal sistema pubblico. La logica, del tutto ideologica, considera il privato meglio del pubblico”. Di qui, l’invito alla Giunta a “valutare, nel caso in cui il provvedimento vada avanti, tutte le possibili forme di opposizioni, ricorsi amministrativi e costituzionali compresi”. Bruna Giovannini (Sinistra democratica) ha espresso “profondo disaccordo” con lo spirito e le misure del decreto. “Il disegno complessivo – ha aggiunto Bruna Giovannini – è quello di alimentare sfiducia e discredito sui lavoratori della Pubblica amministrazione per favorire il privato”, con il proposito attribuito all’attuale Governo, di voler “privatizzare lo Stato e ridurre la qualità e la quantità dei servizi erogati ai cittadini”. Le ragioni del no alla risoluzione opposto dal gruppo Forza Italia-Pdl sono, secondo Piero Pizzi, “l’opposizione pregiudiziale” manifestata dalla risoluzione, “al posto di una critica costruttiva”. “Giova ricordare le direttrici del provvedimento – ha proseguito Pizzi -, che intende riconoscere e premiare il merito, valutare l’operato dei lavoratori pubblici, ridefinire i loro diritti e doveri”. Il provvedimento, secondo Pizzi, “avrà bisogno di qualche limatura tecnica”, ma il suo spirito “è da condividere”. L’opposizione, ha poi aggiunto, non dovrebbe “farsi prendere dalla tentazione di cavalcare il malcontento”, ma al contrario “accettare la vera sfida, quella di avanzare proposte concretamente migliorative”. Nel corso del dibattito è intervenuto il vicepresidente della Giunta regionale, Federico Gelli, che ha parlato di “iniziativa meritoria della commissione Lavoro” e ha evidenziato “il forte allarme sociale, economico e soprattutto politico” creato dal “decreto Brunetta”. Un provvedimento da “modificare profondamente”, che prevede “misure fuori luogo, esagerate”, con metodi “che poco hanno a che vedere con una sana disciplina della Pubblica amministrazione”. A nome del gruppo Udc, il consigliere Giuseppe Del Carlo ha annunciato voto di astensione: “Del decreto Brunetta condividiamo alcune cose, come la volontà di colpire l’assenteismo, aumentare i controlli, rivedere i criteri dei premi di produttività. Riteniamo invece che si sia effettivamente esagerato quanto ai provvedimenti sulla contrattazione decentrata, come sulla decurtazione dello stipendio per le malattie di breve durata”. Secondo Alessandro Antichi (Fi-Pdl), “nonostante i toni da crociata che si sono sentiti in quest’Aula, anche da parte dell’assessore, il ministro Brunetta registra oggi il maggior consenso nell’opinione pubblica e questo dovrebbe far riflettere”. Sarebbe sbagliato, ha spiegato Antichi, nascondere “il disagio che molti provano riguardo alla pubblica amministrazione, dove ci sono ottime professionalità, che però sono penalizzate dai vagabondi”. Quindi, l’attacco alla posizione della maggioranza, anche in considerazione del fatto, ha aggiunto Antichi, che “proprio da sinistra, con Giuliano Amato, arrivarono le prime denunce sui problemi di una Pubblica amministrazione elefantiaca: non volete accorgervi che lo spirito del tempo e la cultura di massa vi condannano all’estinzione culturale e presto anche a quella politica”.