mercoledì 23 luglio 2008

Ecodem: aperti a discutere come rilanciare i parchi...ma prima il Ministro deve capire di cosa parla.

Dopo la 'ottima' proposta della neo-ministra Prestigiacomo sulla 'privatizzazione della gestione' dei Parchi propongo il documento degli Ecodem (PD).

Il Ministro Prestigiacomo è tornata a parlare di Parchi, dopo il suo intervento in Commissione Ambiente della Camera, per annunciare l´ennesima rivoluzione copernicana che avevamo già sentito proporre da Matteoli sette anni fa. Purtroppo abbiamo visto come andò a finire: meno fondi, enti commissariati con uomini poco competenti e tutti del centro destra, nessun progetto di valorizzazione e nessuna innovazione della loro governance. Solo annunci per mascherare la loro occupazione in termini di poltrone. La storia si ripeterà ? Sembra di si visto che pochi giorni fa il Ministro ha nominato a commissario del Parco del Gran Sasso l´attuale segretario di AN di Teramo. Quanto poi al fatto che i Parchi debbono essere ,delle "grandi imprese economiche per riuscire così ad autofinanziarsi "consigliamo al Ministro di studiarsi meglio la realtà. I territori dei Parchi infatti sono già oggi un grande valore, anche economico, per l´intero paese. Basta dare un prezzo ai beni che nei loro territori si producono. La maggior parte dei nostri parchi infatti costituiscono i principali serbatoi di acqua potabile che alimentano gli acquedotti della gran parte delle nostre città, le loro foreste producono ossigeno e aria pulita, immagazzinano CO2, conservano specie animali e vegetali non riproducibili in vitro e spesso fonte di prodotti utilizzati in medicina ma non solo. Si tratta dei così detti "beni collettivi senza prezzo" che producono servizi essenziali a vantaggio, spesso, dei territori esterni ai loro confini. E dove se non dai Parchi dobbiamo partire per rilanciare, in chiave turistica e non solo, la così detta Italia di qualità: qualità di paesaggi, di culture, di tradizioni, di natura che costituiscono la vera risorsa non delocalizzabile e non riproducibile, e quindi preziosissima, di cui dispone il nostro paese? C´è da sperare che, quando il Ministro Prestigiacomo parla di dar vita nei Parchi a delle non meglio precisate Fondazioni, pensi in particolare al coinvolgimento degli agricoltori, allevatori, artigiani , operatori turistici dei Parchi stessi. O il Ministro pensa ad altro. Sarebbe interessante saperlo. A noi preme avviare un confronto sullo stato della biodiversità nel nostro paese, sulle politiche da intraprendere per arrestarne la perdita e sugli strumenti, tra cui i Parchi, più adatti per perseguire gli obiettivi di tutela e di valorizzazione del nostro patrimonio naturale. In questo quadro discutiamo pure anche dell´efficacia dei parchi nazionali e della loro struttura di gestione. Per noi l´attuale organizzazione degli enti parco nazionali non rappresenta certo un tabù intoccabile, ma discutiamone partendo dalla missione dei parchi nel contesto più generale delle politiche ambientali che servono al paese e riflettendo sull´ampliamento della partecipazione alle scelte che li riguardano, innanzitutto da parte delle comunità locali e dei portatori di interesse (agricoltori, pescatori e operatori turistici innanzitutto), consapevoli che le aree protette, sia nazionali che regionali, sono allo stesso tempo un progetto locale e nazionale di sviluppo sostenibile che non può essere considerato un peso per il bilancio dello stato ma un formidabile investimento per il futuro della nostra civiltà.

Per chi volesse approfondire l'argomento sulla stampa di questi giorni e in particolare sul sito http://www.greenreport.it/ è molto facile trovare vari commenti tutti a sfavore della proposta.

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