martedì 15 luglio 2008

Investire su Welfaree lavoro femminile vittoria Franco

un intervento di Vittoria Franco pubblicato martedì 15 luglio 2008 da l'Unità.cari salutialtre notizie nel sito http://www.vittoriafranco.it/
Gli ultimi dati OCSE confermano quanto sapevamo già: l’Italia continua a essere maglia nera per l’occupazione femminile. È un indice di significativa arretratezza del nostro paese in Europa, del nostro scarso contributo alla costruzione della società e dell’economia della conoscenza e al superamento delle discriminazioni di genere. Non è confortante ammettere che nella classifica del gender gap l’Italia si colloca all’ottantaquattresimo posto, che è il paese europeo con il più basso indice di occupazione femminile, con differenze rilevanti tra il sud, il centro e il nord, che siamo 11 punti sotto alla media europea mentre, secondo l’Agenda di Lisbona, dovremmo arrivare al 60% entro il 2010, che una donna su cinque è costretta a lasciare il lavoro quando nasce il primo figlio. Non è tuttavia mai troppo presto per cercare una risposta concreta alla domanda: “che cosa possiamo e dobbiamo fare per cominciare a invertire la tendenza”? Le misure saranno tanto più efficaci quanto più siamo convinti della necessità della promozione del lavoro femminile per la crescita e lo sviluppo del Paese. Nel programma del Partito Democratico lo abbiamo definito l’”asso dello sviluppo”. Personalmente sono convinta che si tratti di uno degli aspetti più significativi dell’innovazione della cultura politica e di governo. Negli anni recenti questo bisogno di innovazione viene riassunto nel termine womenomics, l’economia delle donne. Si intende indicare il circolo virtuoso che si crea fra occupazione femminile, consumi e investimenti producendo una crescita del PIL. Le esperienze di altri Paesi dimostrano, infatti, che più occupazione femminile significa maggiore serenità nelle famiglie, più nascite, investimenti in servizi perché crescono domanda e bisogno, diminuzione del numero di bambini che vivono in povertà. Ma significa anche, e non lo si può trascurare, riconoscimento del crescente desiderio di protagonismo e di affermazione personale delle donne, specialmente fra le più giovani, che vogliono essere giudicate in base al merito e avere eguali opportunità, si tratti della ricerca, della libera professione, dell’imprenditoria o del pubblico impiego. Donne più istruite e più colte dei loro coetanei maschi non possono continuare a essere mortificate nelle loro capacità e restare indietro nel mercato del lavoro e nella carriera. E il Paese non può continuare a privarsi dei loro talenti e del loro sapere, pena il blocco della crescita e dello sviluppo generale. Sarebbe una miopia non più tollerabile. Dopo i primi provvedimenti del governo Prodi sul bollino rosa e sugli incentivi fiscali alle imprese del Sud che promuovono le donne, con la destra possiamo per ora registrare soltanto arretramenti, come la cancellazione della legge per evitare le dimissioni in bianco (che riguardano soprattutto donne e giovani), maggiore precarizzazione del lavoro, nessun incentivo fiscale, niente sulla conciliazione. Anzi, penalizzazione del lavoro femminile con la detassazione degli straordinari (di cui è facile prevedere che si avvantaggeranno soprattutto gli uomini). Il problema della promozione dell’occupazione femminile per la destra non esiste.Noi vogliamo invece lanciare una grande campagna di sensibilizzazione, di proposte, di confronto con le categorie sociali ed economiche, che sarà aperta già martedì 15 luglio con un seminario pubblico. Abbiamo predisposto una bozza di disegno di legge, che costituirà il nostro manifesto programmatico sul quale vogliamo raccogliere proposte, suggerimenti, riflessioni. Sono previsti misure di incentivazione per le imprese, per l’imprenditoria femminile; sostegno alla flessibilità degli orari di lavoro; incentivi fiscali per tutte le lavoratrici madri per la conciliazione fra maternità, lavoro e carriera e fra lavoro e genitorialità per coinvolgere anche i maschi nella cura familiare. A tale scopo è prevista una modifica della legge sui congedi parentali per renderli più convenienti per entrambi i genitori. La condivisione nella cura è uno dei presupposti del successo del progetto a lungo termine e per favorire la tutela della maternità come valore socialmente condiviso. L’altro è la costruzione di un collegamento più efficace fra mercato del lavoro, riforma del welfare, investimenti in servizi educativi e alla persona. Voglio ricordare che il governo Prodi ha avviato un importante investimento sugli asili nido, di cui i comuni vedono i vantaggi in questi mesi e che ci avvicina agli obiettivi di Lisbona. Lavoro femminile e welfare: è su entrambi che dobbiamo investire se vogliamo davvero cominciare a rimuovere il blocco che impedisce la crescita, l’innovazione, le pari opportunità, l’eguaglianza.

Senatrice Vittoria Franco - Ministro Pari Opportunità del Governo OmbraPal. Madama 0667063156 – 0667064156 -
Resp. Segr./Uff. Stampa Paolo Maggi 333 4798910e

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